Mardi gras. Esercizio di stupore per chi traveste se stesso da pirata, da autovelox, da angelo, da personaggio colorato di un circo mentale. Il corpo diventa l'attaccapanni su cui montare una performance pubblica. Gli occhi: cerchiati di trucco, coperti da occhiali da sciatore, imbrigliati da un burqa zebrato. La bocca: arsa di rossetto, attaccata ad un bicchiere, in posa. Il seno: scoperto dallo scollo della dama, reso transgender da un reggiseno a balconcino, toccato. L'inguine: corazzato dentro un costume di pelliccia, esposto come un rosa coniglietto, avvicinato.
Ammattire, trasgredire in un periodo stabilito è un antidoto pagano e saggio per reggere il carico di paure e costrizioni per i 40 successivi giorni di quaresima, per concentrarsi impeccabimente sui compiti produttivi da assolvere.
Ma il giorno dopo l'ultimo di carnevale, io vedo camminare per strada una ragazza con la gonna e le orecchie da Minnie. Lo stupore del travestimento rompe gli argini ed inonda ogni tempo dell'anno, con un suo anarchico ritmo. I mercanti di soldi e di merchandising se ne servono e appiattiscono certe usanze, ma lo stupore rimane una forza da esercitare. Un diritto. Un'attitudine che ammortizza l'ansia di non essere prossimi ai nostri obiettivi più grandi o di averli ormai archiviati. Giocare ad essere qualcosa senza doveri, elaborando anche quello più assiduo e crudele, il dover piacere. Il desiderio di una evanescente maternità può riempire la pancia di calzini, ingravidando una vergine vestita premaman. Un abito elegantissimo e scuro può approssimare un tale alle sembianze del suo odiato nemico.
I gesti che facciamo li abbiamo copiati da coloro che ce li hanno esibiti davanti, le forme che assumiamo emulano quelle che la nostra immaginazione partorisce, in incubi e fiabe. Non ci sono animali o uomini, oppure oggetti che restano fuori da questa rappresentazione di ciò che siamo dentro a quello che non saremo mai.
Ammattire, trasgredire in un periodo stabilito è un antidoto pagano e saggio per reggere il carico di paure e costrizioni per i 40 successivi giorni di quaresima, per concentrarsi impeccabimente sui compiti produttivi da assolvere.
Ma il giorno dopo l'ultimo di carnevale, io vedo camminare per strada una ragazza con la gonna e le orecchie da Minnie. Lo stupore del travestimento rompe gli argini ed inonda ogni tempo dell'anno, con un suo anarchico ritmo. I mercanti di soldi e di merchandising se ne servono e appiattiscono certe usanze, ma lo stupore rimane una forza da esercitare. Un diritto. Un'attitudine che ammortizza l'ansia di non essere prossimi ai nostri obiettivi più grandi o di averli ormai archiviati. Giocare ad essere qualcosa senza doveri, elaborando anche quello più assiduo e crudele, il dover piacere. Il desiderio di una evanescente maternità può riempire la pancia di calzini, ingravidando una vergine vestita premaman. Un abito elegantissimo e scuro può approssimare un tale alle sembianze del suo odiato nemico.
I gesti che facciamo li abbiamo copiati da coloro che ce li hanno esibiti davanti, le forme che assumiamo emulano quelle che la nostra immaginazione partorisce, in incubi e fiabe. Non ci sono animali o uomini, oppure oggetti che restano fuori da questa rappresentazione di ciò che siamo dentro a quello che non saremo mai.