martedì, febbraio 17

Gli strani casi della natura umana

regia di David Fincher

One more reason to love New Orleans. La città flagellata da uragani atmosferici e sociali è quella scelta per dare vita al curioso caso di Benjamin Button. La trama del film propone la medesima fanatasia di Charlie Chaplin che ho letto su una maglietta in vendita a Rio de Janeiro:

"A coisa mais injusta sobre a vida é a maneira como ela termina.
Eu acho que o verdadeiro ciclo da vida está todo de trás pra frente.
Nós deveríamos morrer primeiro, nos livrar logo disso.
Daí viver num asilo, até ser chutado pra fora de lá por estar muito novo.
Ganhar um relógio de ouro e ir trabalhar.
Então você trabalha 40 anos até ficar novo o bastante para poder aproveitar sua aposentadoria.
Aí você curte tudo, bebe bastante álcool, faz festas e se prepara pra faculdade.
Você vai pro colégio, tem várias namoradas, vira criança, não tem nenhuma responsabilidade, se torna um bebezinho de colo, volta pro útero da mãe, passa seus últimos nove meses de vida flutuando...
E termina tudo com um ótimo orgasmo!!!
Não seria perfeito?"

Nascere vecchi e risalire la vita ringiovanendo. Fantasia anticonvenzionale e sovvertitrice. I mondi dell'infanzia e della vecchiaia hanno elementi simili eppure vengono ad opporsi nel nostro immaginario culturale. Solo nel carnevale il corpo grottesco ne riuniva dei tratti, giocando sulla commistione della morte con il senso di fecondo. Nella vita regolare, lavorativa e quotidiana, sono tempi di vita improduttiva ben distanziati da un percorso di maturità che esaurisce gran parte dell'esistenza.
Un uomo anziano che presta attenzione ad una bambina: se non è il nonno è un pedofilo. Una bambina che vive con curiosità un signore sconosciuto e anziano, da chi verrebbe incoraggiata? La società limita brutalmente gli spazi di incontro tra queste due categorie, li regolamenta entro cornici molto precise. La distanza lecita si impone sui protagonisti della storia d'amore del film, che riescono a incontrarsi, fare sesso ed amarsi alla luce del sole soltanto al centro delle loro età, quando l'invecchiare di lei e il ringiovanire di lui non stonano insieme. Anche nelle altre fasi della loro esistenza sono anime elette che si scelgono, ma nel rispetto di ruoli che non turbano i tabu pubblici.
Benjamin fa sorgere dei problemi di accettazione fin dalla sua venuta al mondo. Il padre lo abbandona di corsa perchè lo vede orribile, per poco non lo dà alle acque del fiume come un piccolo Mosè. Chi accetta di crescere un essere dalla natura rifiutata? La storia lo affida ad una signora nera che vive e lavora in una casa di riposo per anziani. La sua vicinanza alle fattezze dei vecchi, una mente aperta e pratica e il potente istinto materno la rendono in grado di accettare il compito a cui lo strano caso l'ha messa di fronte. Tutta quanta la diversità del neonato entra all'interno di un cassetto.
Nell'ambiente dinamico e rilassato della villa in cui vivono, luogo di suonate di pianoforte, di incubi, di salone di legno e sedie a rotelle che si fermano nel patìo, lontano da obblighi scolastici o di registrazione anagrafica, Benjamin può lentamente trovare il suo modo di camminare.
Quando sarà abbastanza "grande" per andarsene di casa sceglierà il mare, avrà lavoro come membro di un equipaggio. La mobilità ed un codice non troppo legato alla terra ferma danno al "diverso" la possibilità di crescere, di rivelarsi. Altra sua alleata sarà la notte, tempo in cui scoprirà la passione e le storie delle donne, in un albergo russo desolato ma sicuro, che ricorda la casa in cui ha passato i suoi primi anni.
Elogio alla vita che non rinnega le sue nature, il film apre spazi mentali che scardinano le nostre previsioni. Consiglio di vederlo in lingua inglese USA con sottotitoli in ebraico per non perdersi la profondità archetipica ed emozionale.

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